Teosofia: differenze tra le versioni

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Il termine '''Teosofia''' cominciò a diffondersi nel mondo occidentale contemporaneo a partire dal 1875, ovvero da quando [[Helena Petrovna Blavatsky]] fondò, insieme al colonnello [[H. S. Olcott]], la [[Società Teosofica]] a New York. Tale termine era però già stato utilizzato nel mondo antico per riferirsi alla stessa tradizione esoterica e agli insegnamenti che di fatto sono l'oggetto principale degli scritti di [[H. P. Blavatsky]] e di cui la Società Teosofica si fa custode.  
Il termine '''Teosofia''' cominciò a diffondersi nel mondo occidentale contemporaneo a partire dal 1875, ovvero da quando [[Helena Petrovna Blavatsky]] fondò, insieme al colonnello [[H. S. Olcott]], la [[Società Teosofica]] a New York. Tale termine era però già stato utilizzato nel mondo antico per riferirsi alla stessa tradizione esoterica e agli insegnamenti che di fatto sono l'oggetto principale degli scritti di [[H. P. Blavatsky]] e di cui la Società Teosofica si fa custode.  


==Significato del termine==
==Significato del termine Teosofia==


'''Teosofia''' è una parola di origine greca composta da ''theós'' = Dio e ''sophía'' = Sapienza, usata dagli antichi autori per indicare una sapienza derivata dall'ispirazione o intuizione diretta della verità. Il termine venne usato da san Paolo nella prima epistola ai Corinti (2,7) che risale all'anno 50 d.C.: "''...parliamo della sapienza di Dio nel mistero ("laloūmen theosophías en mystério"), prodinata da Dio, prima dei secoli...''" evidentemente con allusione alla sapienza dei concetti universali di Platone (427 - 347 a.C.) secondo il quale, dietro il mondo in perpetuo cambiamento esiste un mondo immutabile delle Idee o Principi esistenti nella Mente Divina, che si possono cogliere mediante l'intuizione intellettuale o estasi mistica.
 
'''Teosofia''' è una parola di origine greca composta da ''theós'' = Dio e ''sophía'' = Sapienza, usata dagli antichi autori per indicare una sapienza derivata dall'ispirazione o intuizione diretta della verità. Il termine venne usato da san Paolo nella prima epistola ai Corinti (2,7) che risale all'anno 50 d.C.: "''...parliamo della sapienza di Dio nel mistero ("laloūmen theosophías en mystério"), prodinata da Dio, prima dei secoli...''" evidentemente con allusione alla sapienza dei concetti universali di Platone (427 - 347 a.C.) secondo il quale, dietro il mondo in perpetuo cambiamento esiste un mondo immutabile delle Idee o Principi esistenti nella Mente Divina, che si possono cogliere mediante l'intuizione intellettuale o estasi mistica.<ref>Antonio Girardi (a cura di), ''La società teosofica. Storia, valori e realtà attuale'', Edizioni Teosofiche Italiane, 2014, p. 17-8</ref>
 
==La Teosofia in epoca antica e medievale==
 
 
Madame Blavatsky attribuisce il merito della diffusione del termine "''Teosofia''" ad Ammonio Sacca (160 - 243), fondatore della Scuola di Filosofia Eclettica di Alessandria d'Egitto, il quale ebbe tra i suoi discepoli Plotino (206 -270), Origine (185? - 253?), Clemente (150? - 215?) ed altri eminenti prosecutors del suo pensiero i quali si denominavano "''Philalethes''", ovvero amanti della Verità, mentre venivano da altri definiti "''Analogisti''", perché interpretavano le leggende sacre, i miti simbolici ed i misteri con l'aiuto di analogie e corrispondenze tra gli avvenimenti del mondo esteriore e le esperienze dell'anima umana.<ref>Antonio Girardi, "Teosofia e neoplatonismo", in Antonio Girardi (a cura di), ''op. cit.'', p. 141</ref>
 
Il termine "Teosofia" era spesso citato da Profirio (233 -305) biografo di Plotino, nell'opera ''De Abstinetnia'', nell'epistola ''AD Abonem'' e in altre sue opere.<ref>''Ibid.'', p. 18</ref>
 
Il termine fu usato con lo stesso significato da Giamblico nell'opera ''De Mysteriis'', da Dionigi nella ''Theologia Mystica'' che tanta influenza ebbe sul pensiero medievale e alla quale si ispirarono teologi, mistici e filosofi tra i quali Bonaventura (''Itinerarium Mentis in Deum''), Bernardi di Chiaravalle, Meister Eckart, Taulero, Cusano, Ruysbroeck, Marsilio Vicino, Paracelso, Boehme, Gichtel, Saint-Martin, ecc. come pure mistici islamici e sufi di chiara origine neoplatonica come Ferid ed-Din Attar (1230).<ref>''Ibid.''</ref>
 
Forse il documento più interessante sull'antichità ed il significato della parola "Teosofia", li troviamo nelle ''Recognitiones'' pseudo Clementine (IV, 544), che riportano l'anatema nei confronti di un certo Aristocrite in questi termini: "''Anatemizzo pur il libro di Aristocrite, che egli intitola'' 'Theosophia', ''nel quale cerca di dimostrare che il giudaismo, il cristianesimo e il manicheismo insegnano la stessa dottrina''".<ref>''Ibid.''</ref>
 
[[H. P. Blavatsky]] afferma: "''...benché la Teosofia o sistema eclettico di filosofia sia generalmente attribuita al terzo secolo, pure, se dobbiamo credere a Diogene Laertio, la sua origine è assai più antica, poiché egli l'attribuisce al sistema del sacerdote Pot-Amon, il quale visse ai tempi della distanza dei Tolomei (323 - 285 a.C.); lo stesso autore ci dice che il nome è copto, indicando chi è consacrato ad Amon 'Dio della Sapienza0, termine equivalente alla'' Brahmā-Vidyā ''o Sapienza Divina''"<ref>H. P.Blavatsky, ''La Chiave della Teosofia'', Edizioni Teosofiche Italiane, Vicenza 2009, p. 15, cit. in Antonio Girardi (a cura di), ''op. cit.'', p. 18</ref>
 
==La Teosofia in epoca rinascimentale e moderna==
 
 
Con il Rinascimento e la ripresa dello studio degli autori classici per opera di Marsilio Ficino (1443 - 1499) e la fondazione dell'Accademia Platonica di Firenze (1462 - 1522) il pensiero neoplatonico, nel quale si identifica, la Teosofia si diffuse in Europa influenzando numerosi pensatori come Giordano Bruno, Pico della Mirandola, Agrippa di Nettesheim, Paracelso, Weigel, Fludd, van Helmont, Swedenborg, fino a filosofi tedeschi come Goethe, Fichte, Schelling, Oetinger ed ai romantici francesi, come pure al grande filosofo italiano Antonio Rosmini-Serbati (1797 - 1855), con l'opera in otto volumi intitolata ''Teosofia''.
 
Nel corso dei secoli sono sorti vari movimenti e associazioni ispirati dalla Teosofia. J. Yarker ha documentato che il medico tedesco Agrippa di Nettesheim (1486 - 1535) fondò a Parigi e a Lione due Società Teosofiche e così pure una a Londra, quando vi si recò nel 1510. A tale proposito si notino le opere di Jakob Boehme ''Sex Puncta Theosophica'' (1575 - 1624) e ''Questione Theosophicae'' e quella di Georg Gichtel (1638 - 1710), suo discepolo, intitolata ''Theosophia Pratica'' che rivela la realtà dei ''cara''. Alla stessa fonte si è ispirato Louis Claude de Saint-Martin (1743 - 1803) (''le philosopher insonni'') nella sua "corrispondenza teosofica" con il barone Kirchberger von Liebstorf.
 
==La Teosofia in epoca contemporanea==
 
 
 
 
== Notes ==
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Versione delle 16:22, 24 giu 2017

Il termine Teosofia cominciò a diffondersi nel mondo occidentale contemporaneo a partire dal 1875, ovvero da quando Helena Petrovna Blavatsky fondò, insieme al colonnello H. S. Olcott, la Società Teosofica a New York. Tale termine era però già stato utilizzato nel mondo antico per riferirsi alla stessa tradizione esoterica e agli insegnamenti che di fatto sono l'oggetto principale degli scritti di H. P. Blavatsky e di cui la Società Teosofica si fa custode.

Significato del termine Teosofia

Teosofia è una parola di origine greca composta da theós = Dio e sophía = Sapienza, usata dagli antichi autori per indicare una sapienza derivata dall'ispirazione o intuizione diretta della verità. Il termine venne usato da san Paolo nella prima epistola ai Corinti (2,7) che risale all'anno 50 d.C.: "...parliamo della sapienza di Dio nel mistero ("laloūmen theosophías en mystério"), prodinata da Dio, prima dei secoli..." evidentemente con allusione alla sapienza dei concetti universali di Platone (427 - 347 a.C.) secondo il quale, dietro il mondo in perpetuo cambiamento esiste un mondo immutabile delle Idee o Principi esistenti nella Mente Divina, che si possono cogliere mediante l'intuizione intellettuale o estasi mistica.[1]

La Teosofia in epoca antica e medievale

Madame Blavatsky attribuisce il merito della diffusione del termine "Teosofia" ad Ammonio Sacca (160 - 243), fondatore della Scuola di Filosofia Eclettica di Alessandria d'Egitto, il quale ebbe tra i suoi discepoli Plotino (206 -270), Origine (185? - 253?), Clemente (150? - 215?) ed altri eminenti prosecutors del suo pensiero i quali si denominavano "Philalethes", ovvero amanti della Verità, mentre venivano da altri definiti "Analogisti", perché interpretavano le leggende sacre, i miti simbolici ed i misteri con l'aiuto di analogie e corrispondenze tra gli avvenimenti del mondo esteriore e le esperienze dell'anima umana.[2]

Il termine "Teosofia" era spesso citato da Profirio (233 -305) biografo di Plotino, nell'opera De Abstinetnia, nell'epistola AD Abonem e in altre sue opere.[3]

Il termine fu usato con lo stesso significato da Giamblico nell'opera De Mysteriis, da Dionigi nella Theologia Mystica che tanta influenza ebbe sul pensiero medievale e alla quale si ispirarono teologi, mistici e filosofi tra i quali Bonaventura (Itinerarium Mentis in Deum), Bernardi di Chiaravalle, Meister Eckart, Taulero, Cusano, Ruysbroeck, Marsilio Vicino, Paracelso, Boehme, Gichtel, Saint-Martin, ecc. come pure mistici islamici e sufi di chiara origine neoplatonica come Ferid ed-Din Attar (1230).[4]

Forse il documento più interessante sull'antichità ed il significato della parola "Teosofia", li troviamo nelle Recognitiones pseudo Clementine (IV, 544), che riportano l'anatema nei confronti di un certo Aristocrite in questi termini: "Anatemizzo pur il libro di Aristocrite, che egli intitola 'Theosophia', nel quale cerca di dimostrare che il giudaismo, il cristianesimo e il manicheismo insegnano la stessa dottrina".[5]

H. P. Blavatsky afferma: "...benché la Teosofia o sistema eclettico di filosofia sia generalmente attribuita al terzo secolo, pure, se dobbiamo credere a Diogene Laertio, la sua origine è assai più antica, poiché egli l'attribuisce al sistema del sacerdote Pot-Amon, il quale visse ai tempi della distanza dei Tolomei (323 - 285 a.C.); lo stesso autore ci dice che il nome è copto, indicando chi è consacrato ad Amon 'Dio della Sapienza0, termine equivalente alla Brahmā-Vidyā o Sapienza Divina"[6]

La Teosofia in epoca rinascimentale e moderna

Con il Rinascimento e la ripresa dello studio degli autori classici per opera di Marsilio Ficino (1443 - 1499) e la fondazione dell'Accademia Platonica di Firenze (1462 - 1522) il pensiero neoplatonico, nel quale si identifica, la Teosofia si diffuse in Europa influenzando numerosi pensatori come Giordano Bruno, Pico della Mirandola, Agrippa di Nettesheim, Paracelso, Weigel, Fludd, van Helmont, Swedenborg, fino a filosofi tedeschi come Goethe, Fichte, Schelling, Oetinger ed ai romantici francesi, come pure al grande filosofo italiano Antonio Rosmini-Serbati (1797 - 1855), con l'opera in otto volumi intitolata Teosofia.

Nel corso dei secoli sono sorti vari movimenti e associazioni ispirati dalla Teosofia. J. Yarker ha documentato che il medico tedesco Agrippa di Nettesheim (1486 - 1535) fondò a Parigi e a Lione due Società Teosofiche e così pure una a Londra, quando vi si recò nel 1510. A tale proposito si notino le opere di Jakob Boehme Sex Puncta Theosophica (1575 - 1624) e Questione Theosophicae e quella di Georg Gichtel (1638 - 1710), suo discepolo, intitolata Theosophia Pratica che rivela la realtà dei cara. Alla stessa fonte si è ispirato Louis Claude de Saint-Martin (1743 - 1803) (le philosopher insonni) nella sua "corrispondenza teosofica" con il barone Kirchberger von Liebstorf.

La Teosofia in epoca contemporanea

Notes

  1. Antonio Girardi (a cura di), La società teosofica. Storia, valori e realtà attuale, Edizioni Teosofiche Italiane, 2014, p. 17-8
  2. Antonio Girardi, "Teosofia e neoplatonismo", in Antonio Girardi (a cura di), op. cit., p. 141
  3. Ibid., p. 18
  4. Ibid.
  5. Ibid.
  6. H. P.Blavatsky, La Chiave della Teosofia, Edizioni Teosofiche Italiane, Vicenza 2009, p. 15, cit. in Antonio Girardi (a cura di), op. cit., p. 18