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E’ il mondo dei desideri, il luogo, o meglio lo “'''stato'''”, nella luce astrale, ove rimangono i resti dei defunti dopo il distacco dal corpo fisico. È il regno delle ombre, dei ''[[kāmarūpa]]''. Qui si opera il “distacco”, facile o difficile a seconda della rettitudine o della perversione del defunto, del “[[guscio]]” colmo di attaccamento, dell’energia dei desideri posseduti al momento della morte, e si ha la liberazione dell’essenza dell’uomo, della sua parte immortale, quella che si reincarna; qui si ha la seconda morte. È uno stato paragonabile ad un purgatorio. I desideri contenuti nel guscio non possono evidentemente essere esauditi, essendo stati abbandonati i principi inferiori: senza ''[[prāna]]'' si è impotenti a realizzare alcunché in questo mondo.<ref>Pier Giorgio Parola, ''Glossario Teosofico. Raccolta di termini usati nella letteratura teosofica'', Edizioni Teosofiche Italiane, Vicenza, 2013, p. 40</ref> | E’ il mondo dei desideri, il luogo, o meglio lo “'''stato'''”, nella [[luce astrale]], ove rimangono i resti dei defunti dopo il distacco dal corpo fisico. È il regno delle ombre, dei ''[[kāmarūpa]]''. Qui si opera il “distacco”, facile o difficile a seconda della rettitudine o della perversione del defunto, del “[[guscio]]” colmo di attaccamento, dell’energia dei desideri posseduti al momento della morte, e si ha la liberazione dell’essenza dell’uomo, della sua parte immortale, quella che si reincarna; qui si ha la seconda morte. È uno stato paragonabile ad un purgatorio. I desideri contenuti nel guscio non possono evidentemente essere esauditi, essendo stati abbandonati i principi inferiori: senza ''[[prāna]]'' si è impotenti a realizzare alcunché in questo mondo.<ref>Pier Giorgio Parola, ''Glossario Teosofico. Raccolta di termini usati nella letteratura teosofica'', Edizioni Teosofiche Italiane, Vicenza, 2013, p. 40</ref> | ||
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E’ il mondo dei desideri, il luogo, o meglio lo “stato”, nella luce astrale, ove rimangono i resti dei defunti dopo il distacco dal corpo fisico. È il regno delle ombre, dei kāmarūpa. Qui si opera il “distacco”, facile o difficile a seconda della rettitudine o della perversione del defunto, del “guscio” colmo di attaccamento, dell’energia dei desideri posseduti al momento della morte, e si ha la liberazione dell’essenza dell’uomo, della sua parte immortale, quella che si reincarna; qui si ha la seconda morte. È uno stato paragonabile ad un purgatorio. I desideri contenuti nel guscio non possono evidentemente essere esauditi, essendo stati abbandonati i principi inferiori: senza prāna si è impotenti a realizzare alcunché in questo mondo.[1]
Si ricorda che il Glossario completo de La Dottrina Segreta è consultabile al sito della Società Teosofica Italiana.
Note
- ↑ Pier Giorgio Parola, Glossario Teosofico. Raccolta di termini usati nella letteratura teosofica, Edizioni Teosofiche Italiane, Vicenza, 2013, p. 40