Devacen

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(Tibetano) Uno stato intermedio fra due vite terrene, in cui l'Ego (Atma-Buddhi-Manas, o la Trinità fatta Una) entra, dopo la sua separazione dal Kama Rupa e la disintegrazione dei principi inferiori sulla terra.[1]

(“bDe ba cen”, tibetano) Secondo G. Tucci (Le Religioni del Tibet) significa “mondo celeste”, analogamente al sanscrito “sukhāvatī”, ossia “dimora della purezza”. Letteralmente il tibetano “bDe ba” significa “beato” e “cen” equivale ad “inerente, pertinente, corrispettivo”. Secondo la Teosofia (H.P.B. lo spiega molto bene ne La Chiave della Teosofia) è uno stato mentale non localizzato che si sperimenta, dopo la morte, in una “sfera degli effetti”, in un senso molto simile a quello del tibetano bardo.[2]


Si ricorda che il Glossario completo de La Dottrina Segreta è consultabile al sito della Società Teosofica Italiana.

Note

  1. Da Devacen nel Glossario a cura di Michele Zappalà
  2. Pier Giorgio Parola, Glossario Teosofico. Raccolta di termini usati nella letteratura teosofica, Edizioni Teosofiche Italiane, Vicenza, 2013, p. 26