Dhyani Buddha

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Letteralmente significa “buddha di contemplazione” ed il termine, per M.me Blavatsky, è assimilabile a quello dei “più santi arcangeli” (The Secret Doctrine, I, 17). La Monade si manifesta come Mahat (mente universale), l’eccelsa anima mundi o Logos e questi come una “fiammata del Fuoco Eterno”, come “sette lingue di fiamma”, diviene l’universale vita del mondo. Da questa i dyāni buddha, con la meditazione astratta, emanano le loro chhāyā (ombre), i loro figli celesti, i dyāni bodhisattva da cui vengono manifestati i buddha terrestri e, finalmente, gli uomini. Analogamente ai sette “Primordiali Figli della Luce”, alle sette lingue di fiamma (raggi della intelligenza eccelsa), i dyāni buddha sono sette (exotericamente per il buddhismo tibetano sono però cinque).

Ogni uomo è connesso con uno di Loro e questi “segna” la sua individualità (non la personalità); è, per così dire, l’angelo protettore della monade umana (del raggio monadico) lungo le varie reincarnazioni. (The Secret Doctrine, I, 572-4): “L’insegnamento esoterico dice che la stella sotto cui è nata un’entità umana sarà per sempre la sua stella, per l’intero ciclo delle sue reincarnazioni durante un manvantara, ma questa non è la sua stella astrologica, quest’ultima è relativa e connessa alla personalità, mentre l’altra all’INDIVIDUALITA’. L’angelo di quest’ultima stella, o il dyāni-buddha, sarà la guida, o semplicemente “l’angelo” reggente, per così dire, ad ogni nuova rinascita della monade, che è parte della sua essenza personale, sebbene il suo veicolo, l’uomo, possa sempre rimanere ignorante di questo fatto.

Ogni adepto ha il proprio dyāni-buddha, la propria “anima gemella” più anziana, e lui lo sa e lo chiama “Anima Padre” e “Padre Fuoco”. E’, tuttavia, solo all’ultima e suprema iniziazione che lo si conosce, quando si è messi a faccia a faccia con l’Immagine luminosa. Cosa sapeva Bulwer Lytton di questo evento mistico quando descrive, in uno dei suoi momenti più alti e ispirati, Zanoni a faccia a faccia con il proprio augoide”?.

Esotericamente i dyāni buddha sono considerati le personificazioni dei nostri skandha purificati e delle loro shakti, quelle degli elementi da cui gli skandha sono essenzialmente inscindibili. I tre corpi (kāya) di un buddha sono costituiti dagli skandha e dagli elementi redenti. [1]

Quelli "dal Cuore Misericordioso"; adorati specialmente nel Nepal. Anche essi hanno un significato segreto. Sono i Reggenti o Custodi delle Ronde Terrestri. Secondo gli Orientalisti, ci sono cinque dhyani che sono i Buddha Celesti, la cui manifestazione nel mondo della forma e della materia sono i Buddha umani. Esotericamente, però, sono sette, uno per ogni razza radice: cinque sono già venuti, due debbono ancora venire. Essi sono il prototipo eterno dei Buddha, le gloriose controparti del mondo mistico, libere dalle condizioni degradanti della vita materiale.

L'insegnamento exoterico dice che ogni dhyani-buddha ha la facoltà di crearsi un figlio ugualmente celeste, un dhyani-bodhisattva che, dopo la morte del Manushi-Buddha umano, deve portare a termine la sua opera. Vi sono diversi gruppi di dhyani: i due gruppi superiori sono i Guardiani e gli Architetti. Essi sono anupadaka, monadi provenienti dal Mondo Arupa.[2]

Si ricorda che il Glossario completo de La Dottrina Segreta è consultabile al sito della Società Teosofica Italiana.

Note

  1. Pier Giorgio Parola, Glossario Teosofico. Raccolta di termini usati nella letteratura teosofica, Edizioni Teosofiche Italiane, Vicenza, 2013, p. 27 sgg.
  2. Da Dhyani Buddha nel Glossario a cura di Michele Zappalà