Lettere dei Mahatma a A. P. Sinnett

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Pubblicato per la prima volta nel 1923 da Alfred Trevor Barker, questo testo fondamentale per la Società Teosofica, raccoglie la maggior parte delle lettere inviate dai Mahatma Morya e Koot Hoomi ad A. P. Sinnett e A.O. Hume tra gli anni 1880 e 1884. Le lettere originali si trovano nella British Library.

Informazioni sulla pubblicazione delle lettere

Dalla lettura delle lettere risulta evidente che i Maestri avrebbero preferito che esse non venissero pubblicate, perlomeno non nella loro interezza. Nell'estate del 1884 A. P. Sinnett volle comunque darle alle stampe per dimostrare ai critici che la fonte dei suoi libri era reale, ma il Maestro K.H. scrisse:

"Quando iniziò la nostra prima corrispondenza, non v’era alcuna idea di pubblicare le risposte che avreste potuto ricevere. Voi continuaste a fare domande a caso, e poiché le risposte furono date in differenti periodi a domande staccate e, per così dire, fatte quasi per protesta, dovevano essere necessariamente imperfette, spesso sotto diversi punti di vista. […] Perciò, presentare al mondo tutto il materiale grezzo e complicato che è in vostro possesso sotto forma di vecchie lettere, nelle quali, lo confesso, molte cose sono state espressamente rese oscure, equivarrebbe solo a confondere ciò che è già confuso. Invece di fare del bene a voi e agli altri, ciò non farebbe che mettervi in una posizione ancora più difficile, che provocare delle critiche sul conto dei “Maestri” ed avere quindi un’influenza ritardatrice sul progresso umano e la S.T. Perciò protesto con tutte le mie forze contro la vostra nuova idea. Lasciate alla Dottrina Segreta il compito di vendicarvi. Le mie lettere non devono essere pubblicate nel modo che suggerite, ma [...] dovreste mandare copie di alcune di esse al comitato letterario di Adyar […] in modo che possano utilizzare le notizie che occorrono. […] In breve, le lettere non furono scritte per essere pubblicate o commentate pubblicamente, ma per uso privato, e né M. né io acconsentiremo mai a lasciarle usare in questo modo."[1]

Una delle ragioni di questo è che i Maestri solitamente precipitavano le lettere in fretta e la possibilità di errore era grande. Come ha scritto il Maestro K.H. in una delle sue lettere:

[…] "Anche “l’adepto” quando opera nel suo corpo fisico non è immune dagli errori dovuti alla negligenza umana. Ora capite che può rendersi assurdo agli occhi di coloro che non possono comprendere esattamente i fenomeni della trasmissione del pensiero e delle precipitazioni astrali – e questo solo per mancanza di prudenza. C’è sempre tale pericolo, se si trascura d’appurare se le parole e le frasi che vengono in mente provengano tutte dall’interno o se alcune di esse siano state impresse dall’esterno. […] Ecco una delle ragioni per cui avevo esitato ad acconsentire a pubblicare le mie lettere private, fatta eccezione per alcune della serie. Non avevo tempo di verificarne il contenuto – e non l’ho neppure ora. Ho l’abitudine dii citare spesso ad occhi chiusi, per così dire, e senza usare le virgolette, cose che trovo nel dedalo degli innumerevoli fogli delle nostre biblioteche Akasiche."[2]

Questo divieto riguardava la pubblicazione dell'intera corrispondenza. Si desiderava che le informazioni contenute nelle lettere fossero pubblicate in modi adatti e molte delle lettere furono persino copiate e diffuse tra i Teosofi con il permesso del Maestro, il quale scrisse al suo chela Mohini:

"Vi autorizzo, se vi sembra opportuno o se lo giudicate necessario, ad impiegare nel libro Man o in qualunque opera alla quale potreste collaborare, tutto ciò che ho detto concernente le nostre dottrine segrete in qualunque mia lettera diretta ai signori Hume o Sinnett … essi non hanno mai lasciato copiare a nessuno i passi confidenziali, ma quelli che sono stati copiati sono perciò divenuti di proprietà teosofica. Inoltre, copie delle mie lettere, almeno quelle concernenti i miei insegnamenti, sono sempre state, per mio ordine, inviate a Damodar e ad Upasika, qualche brano è stato pure inserito nel Theosophist. E’ dunque lodevole non solo per voi, mio “chela”, ma anche per chiunque di prendere tutto ciò che piace, delle pagine intere, se lo giudica utile, da una qualunque delle mie lettere e di trasformare le “scorie” in oro puro, purché sia ben compreso il mio pensiero…”

Storia delle lettere e delle riproduzioni originali

Quando A. P. Sinnett morì, nel 1921, tutta la sua proprietà passò alla sua erede, Maud Hoffman, la quale affidò a A. Trevor Barker il compito di pubblicare The Mahatma Letters to AP Sinnett e The Letters of HP Blavatsky to AP Sinnett, entrambi basati sulla corrispondenza conservata dallo stesso Sinnett. Nel 1939 le lettere originali passarono al British Museum [ora British Library) sotto la tutela del Mahatma Letters Trust, una società fondata per interessamento di A.T. Barker che ha curato per l’Editore Rider&Co. i Collected Writings ovvero la raccolta completa, comprensiva delle opere minori, di H.P.Blavatsky.

Note

  1. Lettere dei Mahatma ad A.P. Sinnett, Edizioni Teosofiche Italiane, Vol. II, Vicenza, 2010, Lettera N° 63, p. 133 sgg.
  2. Lettere dei Mahatma ad A.P. Sinnett, Edizioni Teosofiche Italiane, Vol. II, Vicenza, 2010, Lettera N° 55, p. 133 sgg.