Prakriti
(Sanscrito प्रकृति prakṛti) - Nel sistema sānkhya (Śāṁkhya) è la polarità materiale dell’“Uno”, in opposizione a quella spirituale, Purusha. È la natura che permette a Purusha (Brahmā), da cui è inscindibile, di agire continuamente e produrre ogni cosa. È un vocabolo composto dal prefisso pra “in avanti” e kriti “azione”, quindi “produzione”, lo stimolo a causare.[1]
La natura in generale, la natura come opposta a Purusha - la natura spirituale e lo Spirito, che insieme sono i "due aspetti primordiali dell'Unica Divinità Sconosciuta", Natura manifesta o materializzata. Possiede tre guna (qualità): sattwa (che regola l'ordine ed il tempo), raja (potere mentale), tama (forma fisica di densa materia caratterizzata dalla stabilità e dall'inerzia). In filosofia, è la sostanza originaria, considerata sorgente ed origine dell'aspetto materiale dell'universo manifestato. Nei Purana e nel Sankhya, con questo termine si intende la forma primordiale; la sua forma femminile permette che i Tantra la identifichino con la Shakti.
Nelle Upanishad, prakriti è la natura naturante, o sostanza primordiale, "potenza del sé del Dio" (deva-atma-shakti) "celata dai propri attributi". La teoria della prakriti, causa strumentale e materiale dell'evoluzione (parinama, vivarta) del cosmo, comincia a delinearsi con carattere mistico-teologico nelle Upanishad medie, per diventare poi la dottrina fondamentale del Sankhya, sistema che prescinde da qualsiasi considerazione religiosa. Fin dalle prime Upanishad, prakriti è concepita come sostanza universale agente, ma non di propria iniziativa, caratterizzata dalle sue tre qualità, o stati allotropici, o guna (sattva = assenza, albedine; rajas = emozione, rubedine; tamas = oscuramento, nigredine).
Prakriti nasce dalla suddivisione del secondo Logos, che si divide in Purusha e Prakriti, ovvero Spirito e Materia. Secondo i sistemi indù essa è Maya, o Illusione. Uno studioso vedantino la definisce "[Akasha|akasha]] nel suo stato primordiale", un equivalente della natura astratta. Secondo il Sankhya, le prakriti, o "produzioni produttive", sono sette: Mahat, Ahamkara ed i cinque Tanmantra. Etere-Prakriti è la Forza-Sostanza caratterizzata dal positivo fenomenico, sempre attivo. Prakriti e Purusha, i due aspetti del Brahman, sono entrambi immutabili e non soggetti a consumazione, anche se durante i periodi di Maya sono modificabili quali Vyaya e Parinamin.
Mulaprakriti è la Radice, o Noumeno, di prakriti che, in un certo senso, è la materia primordiale in via di formazione, il substrato della materia sensibile. Parabrahman è Prakriti come illusione, Purusha come realtà unica. Simbolicamente, prakriti viene descritta come un prisma triangolare che ha per facce i tre guna e si divide in sette raggi che, nel corso del tempo, sviluppano i sette principi della classificazione settenaria.[2]
Si ricorda che il Glossario completo de La Dottrina Segreta è consultabile al sito della Società Teosofica Italiana.