Shekinah: differenze tra le versioni
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(Ebraico) - Letteralmente significa la “divina presenza”, l’immanenza divina. È la “sostanza spirituale emessa dalla Luce Infinita” (La Dottrina Segreta), dalla prima Sephira; per La Dottrina Segreta equivale al primo Logos. Secondo lo Zohar è l’elemento femminile della divinità, sposa e figlia, madre di tutti i viventi; la sua unione con Dio è lo yichud ed è il momento più eccelso della creazione.[1]
Un appellativo applicato dai Kabbalisti a Malkuth, la decima Sephira; ma, per gli Ebrei, è una nuvola di gloria che rimane sul seggio della misericordia, nel Santo dei Santi. Tuttavia, come insegnavano tutti i rabbini dell'Asia Minore, la sua natura è di un genere più elevato, essendo Shekinah il velo di Ain-Soph, l'Eterno e l'Assoluto; quindi, una specie di Mulaprakriti cabalistica. Shekinah è lo Spirito sintetizzante di Chockmah e Binah, l’equivalente della Grazia dei cristiani. Come Shakti, exotericamente, è la controparte femminile di ogni dio indù, così Shekinah è lo Spirito Santo dei cristiani (controparte del Figlio), la Sophia Achamoth degli gnostici. Per i Caldei era asessuata, una pura astrazione, uno stato simile al Nirvana, una assoluta presenza.
Sotto l'aspetto di Mulaprakriti, Shekinah è quel velo al di là del quale ed attraverso il quale vibra il suono del Verbo, da cui evolvono le innumerevoli gerarchie di Ego intelligenti, di esseri coscienti e semicoscienti, appercettivi e percettivi, la cui essenza è la forza spirituale, la cui sostanza sono gli elementi, i cui corpi sono gli atomi. Questo velo dell'ignoto, che si può identificare con Aditi e con Bythos, è la profondità insondabile da cui emerge Tipheret, nel cui seno giace il Serpente dell'Eternità. Essa, come velo di Ain Soph, è il Logos, l'Albero della Conoscenza, il possessore della Divina Sapienza creatrice. È la Grazia divina, la sposa di Metatron, la via verso il Grande Albero della Vita, che raggiunge la valle celeste ed è nascosto fra le montagne (la Triade superiore dell'Uomo).
Questo albero si erge verso l'alto (la conoscenza dell'adepto aspira al cielo) e quindi ridiscende verso il basso (nell'Ego dell'Adepto sulla Terra); si rivela di giorno (nella mente illuminata) ed è nascosto di notte (la mente degli ignoranti). Shekinah è inseparabilmente legata all'anima umana, secondo lo Zohar, che è per essa come un nido dal quale prende il volo come Uccello Eterno. Essa è la Luce Eterna, la Madre degli Dei, Arani, la Signora della Razza, il Grande Abisso oltre il quale giace l'Inconoscibile. Per la Cabala, il mistero della Shekinah è uno dei più profondi. La Shekinah è il tramite che trasforma lo splendore interno di Ain Soph nello splendore esterno del Nome indicibile. Essa esprime la Luce di Gloria che separa l'Uomo da Dio e permette all'Uomo di riunirsi in Dio. Il suo splendore è l'onnipresenza di Dio, la Sua immanenza nel creato, la dimora di Dio nel mondo.
Essa penetra ogni cosa e si manifesta come Vita. Le scintille della Shekinah sono sparse in tutto l'universo; essa, a seguito della rottura dei vasi, si è separata da Dio e si è mescolata con le forze amorfe; ritornerà alla sua origine nell'Età della Redenzione. Nell'uomo essa è uno stato di coscienza, la consapevolezza della presenza dello Spirito, un Fuoco che consuma; risiede in colui che è saggio conferendogli perfezione spirituale, perfezione morale e perfezione fisica.[2]
Si ricorda che il Glossario completo de La Dottrina Segreta è consultabile al sito della Società Teosofica Italiana.
Note
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